C’è un posto che ha un’atmosfera magica sulla Murgia pugliese, tra Cassano delle Murge e Acquaviva delle Fonti. Lontano, ma neanche troppo, dal contesto urbano, Vicky e Vito hanno dato vita a un’impresa tutta dedicata al benessere, integrando l’apicoltura con la cura del corpo.
Protagoniste del nostro immaginario legato alla natura e alla sua conservazione, le api svolgono un ruolo chiave nel processo di pollinazione, fondamentale per la riproduzione di molte specie di piante. Si stima che circa un terzo del cibo che consumiamo ogni giorno dipenda direttamente o indirettamente dalla pollinazione effettuata dalle api.
Un terzo del cibo che consumiamo ogni giorno dipende direttamente o indirettamente dalla pollinazione effettuata dalle api.
Per rendere idea della dimensione economica del settore, basti citare questi dati forniti dalla FAI-Federazione Apicoltori Italiani: in Italia ci sono 56.665 proprietari di alveari, con 1.835.776 colonie (1.579.776 alveari e 256.000 sciami, 2 milioni di api regine e 80 miliardi di api operaie). Questi numeri impressionanti, soprattutto per chi non è direttamente coinvolto nel settore, ci collocano al quarto posto in Europa con un valore ecosistemico di 150 miliardi di euro. Numeri che rendono bene anche il livello di professionalità raggiunto dagli operatori di settore e che rendono concreta la possibilità di differenziare le attività, allargando ad esempio la sfera d’azione alla combinazione tra apicoltura e turismo esperienziale.
Proprio in questo ambito specifico punta a giocare un ruolo Alveare da Favola. L’azienda, che approccia il mondo delle api a tutto tondo, è diventata un presidio di biodiversità ed esempio virtuoso di convivenza tra dimensione produttiva e di tutela del territorio e dell’ambiente naturale.
Il suggestivo apiario olistico ospita una struttura in legno completamente ecosostenibile alla cui pareti sono incorporate delle arnie. Al suo interno si possono svolgere tutte le attività connesse alla cosiddetta api-terapia, in particolare attraverso il beehumming (ronzio) e il bee-aromatherapy (inalazione dell’aria dell’arnia).
Il beehumming è l’attività di ascolto del suono emesso dalle api che si trovano sul favo. Diverso dal ronzio delle api in volo, è un suono continuo, coinvolgente e più tenue, che rientra tra quei suoni naturali riconosciuti per la loro particolare frequenza e in grado di provocare un effetto di rilassamento sul cervello umano.
La proposta di Alveare da favola, oltre alla produzione di miele, comprende quindi la possibilità di visita in apiario, offrendo un’occasione per osservare da vicino l’attività incessante delle api. Si resta incantati dalla sorprendente capacità organizzativa di un alveare così pieno di vita e dalla scoperta delle raffinatissime e complesse modalità di comunicazione di questi meravigliosi esseri.
Intervistando Vicky e Vito ci è parso chiaro che le componenti fondamentali della loro esperienza siano la competenza nel settore e la capacità di avere uno sguardo positivo e costruttivo sul percorso futuro: un’ottima lezione per tutti quelli che, come loro, volessero provare a intraprendere il proprio percorso d’impresa.
Partiamo dal principio, come è nata la vostra idea d’impresa?
Partivamo entrambi da una conoscenza approfondita del mondo apistico, dovuta ad anni di collaborazioni ed esperienze nel settore. Conoscenza che si è rinforzata proprio dal connubio delle due parti: Vito sul fronte della produzione e Vicky su quello del prodotto (ricerca e comunicazione) e dei servizi che le api possono offrire (educazione, turismo, benessere).
L’idea è nata come una scintilla. Non era stata programmata affatto in precedenza. L’abbiamo candidata quasi per gioco a un premio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e abbiamo vinto.
In quelle settimane, parlandone semplicemente qualche ora davanti a un caffè, abbiamo iniziato a sentire la pressione e il fermento di un’idea che poteva diventare un progetto fattibile. Si è così imposta la necessità di trovare una strada che fosse davvero nostra!
Cosa vi ha fatto intuire che eravate sulla strada giusta?
L’incoraggiamento derivava da attività e laboratori sulle api a contatto con il pubblico, che già facevamo in collaborazione con varie associazioni. I feedback di gratitudine ricevuti dalla gente che “aveva capito di più” delle api e del miele sono stati molto importanti.
Sapevamo di avere tra le mani un argomento forte. Soprattutto avevamo intuito che la crescita esponenziale dell’interesse poteva anche diventare un’arma a doppio taglio. Se avessimo voluto sopravvivere, saremmo dovuti diventare di più.
Questa attività di contatto con il mondo delle api si è concretizzata oggi in particolare con il lavoro con le scuole del territorio: tra marzo e giugno di quest’anno infatti oltre 2000 alunni (dalle elementari alle superiori) hanno visitato l’azienda e partecipato alle attività didattiche di conoscenza del mondo delle api.
La vostra idea imprenditoriale è costruita sulla contaminazione, cioè quella capacità di combinare elementi diversi, competenze, ambiti, riuscendo ad essere al tempo stesso innovativi ma sostenibili. Come siete riusciti a farlo così bene?
La combinazione delle nostre esperienze precedenti è stata del tutto spontanea, senza particolari sforzi. Probabilmente dobbiamo entrambi ringraziare i lunghi anni di volontariato e attivismo in diversi ambiti: Vito nella Protezione Civile, Vicky in Legambiente.
L’attività in campo è una scuola per la vita, soprattutto se hai avuto contatti con le istituzioni e i cittadini.
L’attività in campo è una scuola per la vita, soprattutto se hai affrontato organizzazioni di eventi importanti e di corsi, se hai avuto contatti con le istituzioni e anche con i cittadini, se hai dovuto parlare in pubblico in occasioni di festa e, meglio ancora, in situazioni di scontro.
Probabilmente la prima competenza entrata in funzione per farci credere in questo progetto è quella che viene chiamata visione prospettica. È difficile da trasmettere perché è come un sogno. Anche se provi a raccontare quello che hai visto nella dimensione onirica, nessuno riuscirà a provare le stesse sensazioni. Per fortuna esiste.
Questa capacità di combinare elementi diversi è espressa poi al meglio dalla grande varietà di attività: i prodotti dell’apicoltura diventano infatti la base per i trattamenti di bellezza che vengono realizzati all’interno dell’apiario, allargando quindi in maniera strategica la proposta anche al settore beauty, incrociando un trend in crescita dedicata alla cura di sè e al benessere, concetto centrale nella vision aziendale.
La nostra azienda, fin dalla sua origine, ha abbracciato la multifunzionalità e si impegna a promuovere il concetto di benessere in un’accezione ampia: il benessere delle persone che possono beneficiare dei trattamenti offerti in contatto con le api, il benessere dell’ambiente che è sempre al centro delle nostre decisioni e, non da ultimo, il benessere delle api che non saranno mai soggette a stress a causa delle nostre attività.
Alveare da Favola esiste per proporre diverse modalità di conoscenza delle nostre “insette” meravigliose. Ci sono l’api-terapia, i massaggi con i prodotti dell’alveare, la visita con le tute in apiario, la cucina con il miele, le passeggiate botaniche e i laboratori di api-cosmesi. E c’è l’accoglienza dei tanti turisti che percorrono il territorio e che vengono a trovarci.
Per poter allargare ulteriormente la platea di persone con cui entrare in contatto, Alveare da favola ha aderito alla rete di strutture che offrono ospitalità in tenda a chi percorre il Cammino Materano, il cui tracciato passa proprio accanto ai nostri terreni. Soggiornare da noi, anche solo per poche ore, è così un’occasione per allargare la visione a ulteriori elementi tipici del territorio murgiano, in un percorso che si sposa perfettamente con l’approccio lento e rispettoso che caratterizza la relazione con le api.
La Via Peuceta del Cammino Materano inizia presso la Basilica di San Nicola di Bari, un luogo simbolo del pellegrinaggio in Puglia e, attraversando l’antico territorio della Peucezia per 170 chilometri, raggiunge la Città dei Sassi.
Ormai da anni si è configurato come un modo per scoprire le bellezze del territorio seguendo il ritmo lento dei propri passi, senza fretta.
Foto di Maria Teresa Natale
Quali parole chiave scegliereste per raccontare qualcosa dell’essenza di Alveare da Favola?
La prima è un aggettivo, olistico, e crediamo renda bene la dimensione e la varietà delle esperienze che proponiamo.
È il messaggio che proviamo ogni volta a lasciare nel cuore di chi incontriamo. Il nome del brand non è per nulla casuale: Alveare da Favola è un luogo dove si respira la magia delle api. È un espediente narrativo per trasmettere dei valori. Chiunque può vivere una piccola Favola, personale e segreta, facendo un’esperienza olistica.
Le api permettono di creare collegamenti con tutte le forme di arte, con tutti i sensi con cui percepiamo il mondo, con quasi tutte le materie scolastiche, con tantissimi temi di attualità e soprattutto con la grande questione del nostro secolo: la tutela ambientale.
Alveare da Favola propone le api, i loro linguaggi, le loro suggestioni e le emozioni che suscitano anche come strumento di crescita e di miglioramento dello “stare al mondo”.Twitta
La seconda parola chiave è sostenibilità, che è quello che caratterizza l’approccio al mondo delle api innanzitutto, ma poi abbraccia tutte le attività messe in campo, tenendo sempre in conto l’impatto ambientale, sociale ed economico nel breve e lungo periodo.
Abbiamo sviluppato un approccio di conduzione degli apiari che si basa su un metodo “a impatto leggero e responsabile”. Ciò implica che monitoriamo attentamente le colonie di api, riducendo al minimo gli interventi umani e garantendo una gestione discreta.
Per finire, con che spirito affrontate il lavoro quotidiano nella vostra azienda?
Semplice: vogliamo diventare leader dell’api-turismo in Italia!
Il nostro percorso con Alveare da Favola
Abbiamo seguito l’azienda fin dalla sua costituzione. Da allora abbiamo avuto tante occasioni di confronto e incontro. Vicky in particolare ha manifestato grande disponibilità nel fare rete e condividere le esperienze con altri giovani imprenditori del proprio settore di riferimento. Riuscire a condividere significa mettere a disposizione degli altri le proprie esperienze, ma anche i propri errori, in un processo reciproco di arricchimento delle competenze.